Cannabis e blockchain: per esperta cripto Giulia Brusco si può fare

ll Lussemburgo si appresta a legalizzare la produzione e il consumo di cannabis per i maggiorenni. Era da due anni che il governo lavorava a questa piccola rivoluzione, che ora è divenuta realtà con la presentazione di un piano ad hoc che diverrà operativo nel giro di pochi mesi vista l’ampia maggioranza parlamentare di cui dispone.

Ogni persona potrà presto coltivare fino a quattro piante di marijuana nel proprio domicilio per il consumo a fini ricreativi, un unicum nel panorama europeo. Dopo questa decisione, che era stata rimandata a causa del covid, il Lussemburgo sarà il quarto paese del mondo, dopo l’Uruguay, il Canada e 11 stati degli Stati Uniti, a legalizzare l’uso anche ricreativo della sostanza.

Prendendo spunto da questa notizia e considerando che l’argomento sta facendo discutere da tempo anche nel nostro paese, abbiamo voluto affrontare il tema con la grande esperta internazionale di blockchain e cripto, con una vasta community che la seguono sui canali social e sul sito ufficiale.

Lo sviluppo e l’ uso di valute virtuali specifiche per la marijuana sono aumentati esponenziale in questi ultimi due anni per colmare il vuoto in questo mercato. Le criptovalute rendono facile, infatti, per le persone nell’industria della marijuana, o semplicemente per coloro che vogliono acquistare dell’erba, effettuare transazioni, spiega la Brusco.

Ma oltre alle criptovalute per ovviare al problema delle transazioni finanziarie, la tecnologia blockchain può anche essere implementata per aiutare le farmacie di tutto il mondo ad adottare la vendita di prodotti a base di cannabis, siano essi ricchi di tetraidrocannabinolo (o THC, il cannabinoide inebriante che si trova nella pianta di cannabis), o altri elementi terapeutici derivati  dalla pianta.

L’implementazione della blockchain nelle farmacie può anche affrontare le numerose preoccupazioni che circondano la cannabis medica fornendo un database centrale e sicuro che tiene traccia della potenza, del THC, dei livelli di CBD e, soprattutto, delle variazioni tra i lotti.

Armati di queste informazioni, gli operatori sanitari e i farmacisti possono consultare una fonte di informazioni sicure aggiornata e scientificamente fornita da un fornitore affidabile, che facilita un dosaggio più semplice e coerente.

Ciò consente inoltre ai farmacisti di essere consapevoli – e aggirare – qualsiasi variazione nei prodotti e nei lotti, aggirando molti degli avvertimenti precedentemente tenuti da prescrizione di cannabis.

Ma la blockchain può aiutare molto anche i coltivatori di cannabis sono tenuti ad aderire a rigide politiche di produzione. Per la sicurezza e la garanzia della qualità. Per aiutare i produttori ad attenersi alle regole. In quanto offre la prova delle procedure operative standard (SOP). Consente loro di monitorare la cura delle piante in tutte le fasi del suo ciclo di vita. Al fine di verificare accuratamente il risultato e l’autenticità della pianta” ci dice Giulia.

Ma come spiega sempre l’esperta la blockchain potrebbe anche aiutare il legislatore stesso per facilitare il compito degli operatori della filiera. Allo stesso tempo, l’implementazione della blockchain nelle farmacie può aiutare a fornire ai pazienti una più ampia varietà di opzioni di trattamento.

Fonte: Articolo scritto dal giornalista Vincenzo Caccioppoli e pubblicato su bitecoin.it il 25 novembre 2021